Il corpo della Guardia Svizzera

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  1. Alice_in_Wonderland
     
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    Il 22 gennaio 1506, un gruppo di 150 mercenari elvetici al comando del capitano Kaspar von Silenen, del Canton d'Uri, attraversando porta del Popolo entrò per la prima volta in Vaticano per servire papa Giulio II. Già in precedenza Sisto IV aveva concluso nel 1479 un accordo con la confederazione, che prevedeva la possibilità di reclutare mercenari elvetici. Successivamente il Corpo delle guardie si ampliò ulteriormente.
    Le guardie svizzere non furono solo impiegate come scorta personale del papa, ma parteciparono a numerose battaglie, prima fra tutte quella avvenuta il 6 maggio 1527 durante il sacco di Roma da parte delle milizie di Carlo V, permettendo con il loro sacrificio a papa Clemente VII di avere salva la vita. Dei 189 svizzeri se ne salvarono solo quarantadue, cioè quelli che all'ultimo momento avevano accompagnato Clemente VII nella fuga lungo il Passetto di Borgo, il passaggio che collega il Vaticano a Castel Sant'Angelo. Il 5 giugno Clemente VII si arrendeva. Per aver salva la vita dovette accettare pesanti condizioni (l'abbandono delle fortezze di Ostia, Civitavecchia e Civita Castellana e delle città di Modena, Parma e Piacenza oltre che al pagamento di quattrocentomila ducati). La guarnigione papale fu sostituita con mercenari spagnoli e lanzichenecchi. Il Papa ottenne che gli svizzeri sopravvissuti fossero inclusi nella nuova Guardia, ma solo 12 di essi accettarono.
    Con la conquista di Roma da parte delle truppe italiane nel 1870, le Guardie Svizzere rimasero a difesa personale del papa nei suoi alloggi, e papa Pio X nel 1914 decise di fissare il numero dei militi che compongono questo speciale corpo a 100, più 6 ufficiali, tra cui il comandante che ha il grado di colonnello. Durante la Seconda guerra mondiale papa Pio XII ampliò temporaneamente il corpo delle guardie svizzere che fu portato a oltre 300 effettivi, questo sia per dare rifugio ai molti sfollati sia per dare una maggiore stabilità alla Città del Vaticano.

    L'uniforme ufficiale delle guardie svizzere è di colore blu, rosso ed arancione, con dei distinti tratti rinascimentali.
    È diffusa opinione che tale uniforme sia stata disegnata da Michelangelo (in effetti, l'artista si trovava a Roma all'arrivo del primo contingente di soldati elvetici). Si tratta, tuttavia, di una sorta di leggenda[2]: l'attuale divisa, infatti, è stata concepita dal comandante Jules Repond nel 1914 ed è poi ispirata all'opera di Raffaello.
    Le guardie svizzere dispongono anche di un'uniforme "da lavoro", più comoda rispetto a quella ufficiale: essa consiste di pantaloni e casacca di colore blu ed un basco di colore nero.

    Al giorno d'oggi la Guardia Svizzera si occupa della vigilanza, della sicurezza e della protezione del papa all'interno del Palazzo Apostolico e presiede, congiuntamente con il Corpo della Gendarmeria Vaticana, alle cerimonie nella basilica di San Pietro e nell'aula Paolo VI.
    Per essere ammessi a far parte della Guardia Svizzera bisogna possedere ben determinati requisiti:
    sesso maschile.
    cittadinanza svizzera.
    essere di fede cattolica.
    aver svolto il servizio militare nell'Esercito Svizzero ed aver ottenuto un certificato di buona condotta.
    avere un'età compresa tra 18 e 30 anni.
    avere un'altezza non inferiore a 174 centimetri.
    essere celibe (il matrimonio è ammesso solo per i caporali e gradi superiori).
    avere un certificato di capacità professionale o una maturità medio-superiore.
    Il 6 maggio 2003, ha prestato giuramento in Vaticano la prima guardia svizzera di colore della storia. Si tratta del giovane Dhani Bachmann, allora ventiduenne, indiano di nascita ma a tutti gli effetti cittadino svizzero. L'alabardiere ha prestato servizio soltanto per qualche anno.
    Il 5 maggio 2009, il comandante in carica della Guardia Svizzera Pontificia, Col. Daniel Rudolf Anrig in un'intervista rilasciata al giornalista Fabio Marchese Ragona per Studio Aperto, il tg di Italia 1 (Mediaset), ha aperto alla possibilità che, in futuro, nel corpo pontificio possano essere arruolate anche le donne. Il suo predecessore, il colonnello Helmar Theodore Mäder, si era detto assolutamente contrario[1].
    Il 22 novembre 2012, è stato presentato al pubblico un nuovo CD della Banda del Corpo. A distanza di 33 anni dall'ultimo lavoro discografico, il prodotto è stato sviluppato in collaborazione con Radio Vaticana; il CD è in commercio nel negozio della Guardia Svizzera e nei punti vendita della Libreria Editrice Vaticana.


    fonte Wikipedia
     
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